giovedì 25 febbraio 2010

La pasta madre ed io



Vorrei riassumere in questo post le tre o quattro cose che ho imparato sui lievitati con la pasta madre (e non solo) da quando Lo, quattro mesi fa, me l'ha regalata.


Evitare che l'impasto si secchi durante la lievitazione

La lievitazione con pasta madre ha bisogno di molto più tempo rispetto a quella con lievito di birra e, quindi, bisogna mantenere l'idratazione sia quando la lievitazione avviene in una ciotola (coprendola bene con pellicola da cucina e/o un panno di cotone pesante, bagnato con un pò d'acqua) sia quando il lievitato è già "in forma" (una ciotola messa a campana, oppure nel forno spento una ciotola piena di acqua tiepida)


Evitare che in cottura si formi subito la crosta

Ho imparato a mettere una piccola ciotolina d'acqua all'interno del forno quando lo accendo in modo che l'acqua al suo interno bolla quando inforno il lievitato e questi rimanga umido in superficie ( è il motivo per cui, a esempio, il pane senza impasto si inizia a cuocere nella pentola con il coperchio).
L'acqua da mettere nella ciotolina deve essere abbastanza poca: a metà cottura deve essere tutta evaporata in modo che il lievitato possa formare una crosta croccante o non rimanere troppo umidiccio.


Soprattutto per i lievitati dolci spesso quello che manca non è la farina ma l'impasto....ed una planetaria è sempre un regalo gradito !!

Tra un po' sarà tempo di colombe pasquali, quindi, impasti con burro, uova e zucchero, spesso se l'impasto non incorda o sembra troppo liquido si tende ad aggiungere altra farina, in realtà c'è bisogno di impastare a lungo (anche 20 minuti a velocità 3) per far sviluppare la maglia glutinica che "tenga insieme" l'impasto".
E , a tal proposito, voglio provare a fare di nuovo i dolci che ho già postato utilizzando meno farina.


Il poolish con la pasta madre

Sto ottenendo buoni risultati preparando il pane partendo da un poolish ottenuto con poca pasta madre, l'acqua e pari peso di farina. Faccio lievitare 10-12 ore ( a 20°) e, poi, aggiungo gli altri ingredienti previsti dalla ricetta.

Ad esempio il pane nella foto è ottenuto in questo modo (il particolare colore bianco della mollica è dovuto al fatto che nell'impasto c'è del riso cotto)


Dare un'impalcatura

Soprattutto per pani e panini è importante fare le" pieghe" che aiutano la lievitazione.... e per queste rimando al blog di Adriano (dove ci sono tantissimi esempi )




Pane di riso*


Ingredienti:

500 gr. di farina (350 farina 00 + 150 farina manitoba del mulino)
200 gr. di riso carnaroli
2 cucchiai di olio evo
un cucchiaio di succo di limone
200 ml di acqua
50 gr.di pasta madre appena rinfrescata
2 cucchiaini rasi di sale


Preparazione:

Sbriciolare la pasta madre nell'acqua e mescolare fino a farla sciogliere completamente (in una planetaria bastano 2 minuti a velocità 3, in questo modo l'acqua ingloba anche l'aria che facilita la lievitazione :))
Aggiungere 200 gr. di farina ed il succo di limone: impastare bene e lasciar lievitare in una ciotola ben coperta per 10-12 ore ( a 20°).

Lessare il riso in 400 ml di acqua salata,mescolando fino a quando viene assorbita tutta l'acqua: lasciar raffreddare.

Unire all'impasto lievitato il riso cotto, il sale, la restante farina. Lavorare nella planetaria con il gancio impastatore fino a quando non incorda.

Trasferire l'impasto su una spianatoia e stenderlo formando un rettangolo: fare una volta le pieghe come indicato qui . Disporre il pane sulla teglia del forno rivestita di carta forno, coprire a campana e far lievitare 8 ore.

Infornare a 220° (forno statico) per 40 minuti, mettendo una ciotolina con l'acqua quando si accende il forno ( come spiegato sopra). Spostare su una griglia del forno e cuocere, poi, altri 15 minuti a 180° (forno ventilato) per 10-15 minuti.


* la ricetta è tratta da Cucina Naturale di questo mese, adattata per l'utilizzo del lievito madre.

martedì 23 febbraio 2010

La dieta inizia un giorno qualsiasi


Ho un bel po' di chili da perdere e la voglia di stare a dieta per raggiungere un indice di massa corporea vicino a 25.

In economia, decidere di dimagrire è come cambiare la curva di utilità (piacere) : provare meno piacere nel mangiare e più piacere nel trovare la propria taglia entrando in un negozio.

O una forma di investimento: scegliere di diminuire il proprio consumo di cibo oggi in cambio di maggior salute in futuro.

Inizio.



"Risotto" di avena con broccoletti* (per ospiti di una cuoca a dieta :)

Ingredienti (per 4 persone) :

800 gr. di broccoletti (pesati già mondati)
250 gr. di avena decorticata ( tenuta in ammollo una notte)
20 olive nere morbide
1/2 (mezzo) cucchiaio di zeste di limone
2 cucchiai d'olio evo
2 foglie di alloro
sale q.b.
noce moscata q.b.

Preparazione:

Sciacquare l'avena e metterla insieme ad un litro di acqua in una pentola su cui sia possibile poggiare un cestello per la cottura a vapore. Quando l'avena raggiunge il bollore unire le foglie d'alloro, moderare la fiamma e cuocere per 60 minuti o fino al completo assorbimento dell'acqua di cottura.

Appoggiare sulla pentola il cestello con le cime dei broccoletti e far cuocere finché sono al dente. A questo punto togliere la metà dei broccoletti e proseguire la cottura degli altri fino a renderli morbidi.

Nel frattempo tritare le olive, aggiungervi 1 cucchiaio d'olio e 6 cucchiai d'acqua di cottura dell'avena, e condirvi i broccoletti croccanti. Tenere in caldo.

A parte frullate i broccoletti più cotti conditi con un cucchiaio d'olio, sale e noce moscata.

Salare l'avena cotta, togliere le foglie di alloro e mescolarla con la crema di broccoletti e le zeste di limone.

Distribuire il "risotto" di avena nei piatti insieme ai broccoletti conditi con le olive.


* ricetta ripresa da Cucina Naturale di febbraio 2009


domenica 21 febbraio 2010

Arancione # 3....e poi basta


"Ho imparato che non puoi convincere qualcuno ad amarti. Ti puoi anche trasformare in principe azzurro, ma se la principessa ha deciso che tu non sei il suo principe, non lo sarai mai. Il grande amore esiste solo quando avviene l'incontro tra due donatori, che rischiano quello che c'è di più grosso: la propria vita, perché l'amore è il dono di sé. Il fatto di non immaginare di potersi abbandonare all'altro, fa di te un egoista"

Marc Levy, in un'intervista a Io Donna (Corriere della Sera) di sabato13 febbraio



Cito una frase di Marc Levy senza nemmeno sapere esattamente chi sia; non ho letto nessuno dei suoi libri ma mi sembra di aver capito che spesso nei suoi libri ci sono dei fantasmi. Mi son fatta l'idea che sia una specie di Isabel Allende senza gonna.

E leggendo questa frase mi sembra che abbia messo per iscritto qualcosa che penso e che non sapevo di pensare finché non l'ho visto stampato.

In realtà se vi capita di leggere l'intervista ( che non posso linkare perché non l'ho trovata online) vi renderete conto che forse anche la moglie sembra uscita da un romanzo.



Crema di zucca e verza

Ingredienti:

600 gr. di zucca*
400 gr. di verza*
3 cucchiai di olio evo
1 spicchio d'aglio
sale q.b.
6 mestoli d'acqua (o di brodo vegetale)
qualche pizzico di zenzero secco ( in polvere) o fresco (grattugiato)
zenzero candito (opzionale)
semi di sesamo

Preparazione:

Far riscaldare l'olio con lo spicchio d'aglio in un tegame antiaderente. Aggiungere la verza tagliata a listarelle e la zucca tagliata a cubelli, far insaporire ed aggiungere l'acqua ( o il brodo). Portare a cottura e frullare con un frullatore ad immersione (se necessario aggiungere altro brodo o acqua).

Aggiustare di sale ed aggiungere lo zenzero ( anche quello candito se l'avete a disposizione). Servire con una manciata di semi di sesamo tostati.



* peso delle verdure già mondate

sabato 20 febbraio 2010

I food blog ed il neo-femminismo culinario



Nella mia lettura del Corriere della Sera di qualche sabato fa mi sono imbattuta in quest'articolo che parla delle donne food-blogger.

"Neofemminismo culinario. È ciò che Sigrid Verbert (Cavoletto di Bruxelles) descrive parlando della sua esperienza. E tanti cari saluti al luogo comune: cucinare uguale sottomissione. Cucinare, per le donne, è diventato uno sport da esibizione. Uno strumento di affermazione sociale e culturale testimoniato dai blog specializzati, spesso un surrogato delle vecchie sedute di autocoscienza."

Io credo che sia solo parzialmente vero: cucinare per le donne che non hanno nessuno a cui demandare è in prima luogo una necessità.
Volentieri utilizzerei il tempo per andare al parco con i bambini, leggere un libro, guardare un film invece che preparare il pranzo o la cena e volentieri mi dedicherei ai fornelli solo quando ne avessi voglia per preparare una pietanza nuova e speciale o quando ho bisogno di riflettere tritando il prezzemolo con la mezzaluna.
Tutte le altre volte io cerco di rendere creativi una serie di gesti ripetuti da generazioni di donne che sono rimaste chiuse in cucina.

E poi conta davvero chi sia a cucinare o l'importante è capire a chi tocchi lavare e riordinare dopo che si è cucinato ?


Polpettine (filanti) di cavolfiore e riso integrale*

Ingredienti per 40 polpette:

700 gr. di cimette di cavolfiore bianco
270 gr. di riso ribe integrale
170 gr. di provolone dolce
20 gr. di funghi porcini secchi
2 foglie di alloro
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
sale q.b.

3 cucchiai di pangrattato
3 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato


Preparazione:

In una pentola su cui è possibile appoggiare un cestello per la cottura a vapore mettere abbondante acqua salata ed a bollore buttarci il riso e le foglie di alloro. Appoggiare il cestello sulla pentola, adagiarvi le cimette di cavolfiore e farle cuocere fino a quando anche il riso è cotto.

Scolare il riso, togliere le foglie di alloro e lasciar raffreddare su un piano di marmo o su un grande piatto.

Schiacciare con una forchetta il cavolfiore e lasciarlo raffreddare. Nel frattempo far ammollare in acqua tiepida i funghi.

In una ciotola unire il riso, il cavolfiore, il provolone tagliato a cubetti molto piccoli, il prezzemolo e i funghi strizzati e tagliati grossolanamente.

Amalgamare bene e, con delicatezza, formare delle polpette grandi all'incirca quanto una pallina da ping-pong, farle rotolare nella miscela fatta di pan grattato e parmigiano ed adagiarle su una teglia ricoperta da carta forno.

Infornare a 200° (forno ventilato) per 10 minuti. Mangiare tiepide: sono morbide e delicate.


* la ricetta, con alcune modifiche, è tratta da Cucina Naturale di febbraio 2009.

mercoledì 17 febbraio 2010

Arancione # 2



Ieri mi sono ritrovata a canticchiare una canzone: "Cerco un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose, sulla gente. Over and over again. La la lalalà"

E mi sono accorta di quanto io sia poco tollerante verso la pochezza d'animo, d'amore, di coraggio.

E me ne vanto.

E allora perché questo senso di solitudine ?




Crema alle carote, piselli (secchi) e finocchi con olio alla salvia*


Ingredienti ( peso delle verdure già mondate) :

1 finocchio grande (200 gr.)
2 carote grandi (300 gr.)
1 patata ( 200 gr.)
120 gr. di piselli secchi
2 foglie di alloro
sale grosso q.b.
900 gr. d'acqua

1 cucchiaio di semi di papavero
8 foglie di salvia
4 cucchiai d'olio evo


Preparazione:

In una pentola mettere a cuocere il finocchio affettato, i piselli, le carote tagliate a rondelle, e le patate a pezzi grossi. Portare quasi a bollore ed aggiungere le foglie di alloro ed poco sale. Far cuocere a fuoco non troppo alto e, tolto l'alloro, tritare con il frullatore ad immersione ( se necessario aggiungere un altro po' d'acqua).

In un pentolino antiaderente tostare leggermente i semi di papavero, toglierli dal fuoco e dopo un minuto aggiungere i semi di papavero e le foglie di alloro spezzettate grossolanamente. Rimettere sul fuoco a calore moderato per circa un minuto; togliere e lasciar insaporire.

Distribuire la crema nei piatti, condire con l'olio alla salvia. Servire calda.



* La ricetta è copiata da Cucina naturale di questo mese con due modifiche: ho aumentato la quantità di carote rispetto a quella di piselli ( così la crema da verde è diventata arancione :) ) e non ho cotto in pentola a pressione.


domenica 14 febbraio 2010

E dire che noi non festeggiamo San Valentino !!!



La verità è che è tutta colpa degli albumi d'uovo che avevo in frigo."Che farne ? " "Cosa non farne?" alla fine mi decido per una meringa.

Quale meringa ? Volevo preparare la PAOLova (la torta della mia amica Paola ... una base di meringa sormontata da un disco di pan di spagna) ma avrei dovuto telefonarle per farmene spiegare a voce i dettagli dopo che ne avevamo parlato on line e forse lei era fuori per un week end in montagna.

E così ho pensato: "Perché non mettere un disco di meringa in cima alla torta, vista la mia incapacità di livellare bene il topping delle torte ? "

E poi è accaduto che San Valentino mi ha preso la mano : ) ed è nata questa torta con crema al latte, con lo zenzero, con ananas e con meringa rosa.




Torta con crema al latte, vaniglia e zenzero, con pezzi d'ananas e meringa rosa


Ingredienti:


per la meringa rosa allo zenzero:

100 gr. di albumi
100 gr. di zucchero semolato
100 gr. di zucchero a velo
un'ombra di colorante rosso in pasta
1 cucchiaio di aceto di vino bianco
qualche pizzico di zenzero secco in polvere


per il pan di spagna ( per una teglia di 22 cm di diametro):

250 gr. di uova
175 gr. di zucchero semolato
150 gr. di farina
50 gr. di fecola di patate
i semi di una bacca di vaniglia bourbon
( burro e farina per lo stampo)


per la bagna:
1 cup di succo d'ananas*
1 cup di acqua


per la crema al latte, vaniglia e zenzero :

300 ml di latte
50 gr. + 50 gr. di zucchero
300 ml di panna fresca
1 pezzetto di zenzero fresco
il baccello di vaniglia usato per il pan di spagna


ed ancora:

6 fette di ananas sciroppato
300 ml di panna fresca
40 gr. di zucchero


Preparazione:

Per la meringa montare a neve nella planetaria gli albumi e lo zucchero semolato. Quando il composto si gonfia e diventa lucido aggiungere lo zucchero a velo e continuare a montare aggiungendo l'aceto, il colorante e lo zenzero.

Sul retro di un foglio di carta forno disegnare un cerchio di 22 cm di diametro; mettere la meringa in un sac a poche con beccuccio a stella e formare il disco di meringa tracciando cerchi concentrici. Allo stesso modo formare 9 cuoricini alti circa 5 cm e larghi poco meno e delle piccolissime meringhe.

Infornare per 3 ore a 50° ( forno ventilato) ed altre due ore a 80° ( forno ventilato). Aprire leggermente la porta del forno e lasciare che le meringhe si raffreddino completamente prima di estrarle ( cozzando tra di loro le meringhe una volta fredde devono fare rumore come se fossero di terracotta).

Chiuderle bene in un sacchetto fino all'utilizzo.

Preparare il pan di spagna come indicato qui.


Per la crema far riscaldare il latte con il baccello di vaniglia i cui semi sono stati utilizzati per il pan di spagna e spegnere il fuoco un attimo prima che inizi a bollire.
Far raffreddare, togliere la bacca di vaniglia e riportare sul fuoco; quando il latte bolle aggiungere la farina e lo zucchero e mescolare fino a quando la crema diventa appena densa ( della stessa consistenza della panna montata).
Lasciar raffreddare.
Montare la panna insieme ai restanti 50 gr. di zucchero ed unire, continuando a mescolare, il composto al latte aromatizzato alla vaniglia e lo zenzero fresco grattugiato.

Tagliare il pan di spagna in tre dischi e ricoprirli con la crema al latte, vaniglia e zenzero dopo aver bagnato ciascun disco con succo d'ananas ed acqua e ricoprire con pezzetti di ananas sciroppato. Stendere un sottile strato di crema anche sulla superficie e sui bordi della torta.

Appoggiare il disco di meringa sulla torta, montare la restante panna con lo zucchero e con la sac a poche ed un beccuccio liscio ricoprire il bordo a strisce verticali. Appoggiare 7 cuori di meringa lungo i bordi, e poggiandole su mucchietti di panna le piccole meringhe lungo la circonferenza della meringa. Fare un ghirigoro di panna al centro ed appoggiarci gli altri due cuori.

Lasciar riposare almeno 8 ore prima di servire.


* ho usato succo d'ananas e non lo sciroppo dell'ananas




E già che ci sono partecipo con questa torta al contest La torta della Bontà di Genny di Al Cibo Commestibile.



mercoledì 10 febbraio 2010

15 minuti e non 20



Utilizzando la ricetta dell'impasto di Stella di Sale oggi ho preparato la simil-focaccia di Recco: è un pò troppo cotta....bastavano 15 minuti di cottura.



(Simil) Focaccia di Recco

Ingredienti (per una teglia 32 x 24 cm ):

220 gr. di farina 00
100 gr. di acqua
4 cucchiai di olio evo
1 cucchiaio di aceto
un pizzico di bicarbonato e/o cremor tartaro ( un'ombra)
1 cucchiaino di sale

400 gr. di crescenza
sale q.b.

olio per spennellare



Preparazione:

Lavorare gli ingredienti dell'impasto e lasciarlo riposare una mezz'ora, preferibilmente coperto a campana da una pentola in cui sia stata bollita dell'acqua calda.

Dividere l'impasto a metà ( si ottengono due pezzi di quasi 200 gr. ciascuno) e stendere ciascuno, infarinandolo leggermente, prima con il mattarello e poi sollevando l'impasto e "tirandolo" con le nocche delle mani messe al di sotto dell'impasto.

Ungere leggermente la teglia, coprirla con l'impasto steso e poi riempire con pezzetti di crescenza. Salare se la crescenza non è molto sapida.
Ricoprire con l'altra metà d'impasto chiudendo i bordi (assicurarsi che i bordi siano ben chiusi e non mettere la crescenza fin sotto ai bordi altrimenti, in cottura, la crescenza fuoriusce e non permette una cottura adeguata).

Spennellare con olio evo, fare qualche piccolo foro sulla superficie che funga da sfiatatoio in cottura ed infornare a 200° (forno statico) per 15 minuti.....e non 20 : )

martedì 9 febbraio 2010

Arancione # 1




La settimana scorsa mia figlia e mio marito sono tornati a casa da una scorribanda da NaturaSì con, tra le altre cose, un pacchetto di topinambour ed una patata dolce americana (camote) quale conseguenza del fatto che avevo detto a mio marito di portarmi qualche ortaggio o qualche verdura strana.

Rientrando mi ha mostrato il bottino vegetale e mi ha chiesto se fosse sufficientemente strano e poi ha detto : " Cosa ci fai con questi ?"

Cosa ci faccio? ... Mumble Mumble : )

Sono andata a sbirciare da Heidi Swanson ( la cuoca super-natural :) ed ho preparato i suoi falafel al forno. Rispetto alla ricetta originale manca il coriandolo fresco ( che potrebbe essere sostituito da prezzemolo tritato).


Falafel di camote

Ingredienti per 20-24 falafel:

una patata camote di 800 gr. circa
120 gr. di farina di ceci
1 spicchio d'aglio grande
1 cucchiaino di semi di coriandolo
1 cucchiaino di semi di cumino
il succo di mezzo limone
un giro d'olio evo
sale e pepe q.b.

semi di sesamo per la copertura



Preparazione:

Lavare la patata con la buccia, praticare dei piccoli tagli sulla superficie e cuocere al forno a 220° (forno statico) per 1 ora, girandola a metà cottura.
Farla raffreddare e sbucciarla.

In una ciotola mescolare la patata tagliata a piccoli pezzi, la farina di ceci, l'olio, l'aglio tritato fine, il succo di limone, il cumino ed il coriandolo tritati. Mescolare sbriciolando tra le dita i pezzi di camote fino ad avere un impasto omogeneo. Aggiustare di sale e pepe.

Il mio impasto era molto asciutto e quindi non l'ho fatto riposare in frigo ne ho aggiunto altra farina di ceci, ma ho fatto comunque riposare l'impasto una mezz'ora fuori dal frigo per far amalgamare i profumi.

Con due cucchiai ho preso l'impasto e l'ho poggiato sulla placca del forno coperta da carta forno. (le persone meno maldestre ed abituate a preparare quenelle avrebbero certamente fatto di meglio : ).

Ho messo un pò di semi di sesamo in cima ad ogni falafel ed ho infornato a 200° (forno statico) per 20 minuti (cioè fino a quando la base del falafel è diventata scura)

lunedì 8 febbraio 2010

L'impasto che non si molla



Vorrei pubblicare un post sulla pasta madre ed un altro sulla mia idea di dimagrire ma questo pomeriggio ho fatto in tempo a fotografare un piatto della cena di stasera.

Alle 5 c'era ancora abbastanza luce per queste due foto ed allora è nata l'idea di questo post per parlare di un impasto passpartout che io uso in innumerevoli modi e che ho copiato a Stella di sale. Rimando qui al suo blog per avere idee per dolci e salati.

La ricetta di questo impasto non l'ho mai trovata in nessuna rivista; a me ha fatto venire in mente l'impasto del "guscio" della focaccia di Recco.


E voi avete qualche ricetta trovata in un blog e che non avete più abbandonato ? : )




Verza in crosta


Ingredienti:

per il ripieno
150 gr. di cipolle bianche *
500 gr. di verza *
2 pizzichi di semi di cumino tritati
2 cucchiai di olio evo
sale q.b.

per il guscio
220 gr. di farina 00
2 cucchiai di olio evo
1 cucchiaio di aceto di vino bianco
1 cucchiaino raso di bicarbonato
1 pizzico di sale
100 gr. circa di acqua

semi di papavero e olio evo per spennellare



Preparazione:

In un tegame antiaderente far appassire dolcemente nell'olio le cipolle tagliate a fettine sottili. Aggiungere la verza tagliata a listarelle, mezzo bicchiere d'acqua e far cuocere. Infine unire il cumino ed aggiustare di sale.

Quando la verza si è raffreddata, mescolare su una spianatoia tutti gli ingredienti per la pasta: bisogna ottenere un impasto molto morbido ma non appiccicoso.
Stenderlo con il mattarello a formare un quadrato di circa 25 cm di lato, distribuirvi la verza e racchiuderla nella pasta chiudendo bene i bordi.

Spennellare con l'olio e ricoprire con semi di papavero. Infornare a 180° ( forno statico) per 30 minuti.

Servire tiepido.


* peso delle verdure già mondate.

giovedì 4 febbraio 2010

La torta dell'Araba Felice


Non è solo una torta, è un gioco, è la ricetta di una signora russa data ad una signora che vive in Arabia, una torta che starebbe bene in una favola e che la prossima volta rifarò aromatizzando la meringa con il rosmarino.

E' un dolce non troppo dolce, un divertissement di un cuore che cucina.

Nella foto ho cercato di acciuffare la stessa luce della foto dell'Araba felice: il sole che arriva da Oriente.



Torta meringata di agrumi (con le bucce) di Araba felice

Ingredienti per una teglia di 24 cm di diametro:

per la base
300 gr. di farina 00
3 tuorli
80 gr. di burro morbido
90 gr. di zucchero
mezzo cucchiaino di bicarbonato
4/5 cucchiai di acqua

per il ripieno
due arance (tarocco) bio
un limone bio
125 gr. di zucchero

per la meringa
3 albumi
125 gr. di zucchero


Preparazione:

Ho impastato velocemente gli ingredienti della frolla, l'ho avvolta nella pellicola e fatta riposare in frigo mezz'ora.

Nel frattempo ho affettato gli agrumi con la buccia ed ho tolto i semi. Li ho tritati (ho ottenuto 520 gr. di "frullato" ) ed ho aggiunto lo zucchero.

Ho ripreso la pasta sfoglia e, poiché non ho una teglia a cerniera adatta, l'ho stesa su un foglio di carta forno ottenendo disco di dimensioni maggiori che, ancora attaccato alla carta forno ho appoggiato in una teglia precedente imburrata, rivestendone il fondo ed i bordi.

Ho bucherellato la frolla con i rebbi di una forchetta, l'ho coperta con altra carta forno e riempita di fagioli secchi. Ho infornato a 190° (forno statico) per 20 minuti.

Intanto ho montato a neve gli albumi con lo zucchero.

Ho estratto la frolla dal forno, l'ho ricoperta con la purea di agrumi e poi con la meringa distribuita a ciuffetti con una sac a poche.

Ho infornato di nuovo a 190° (forno statico) per altri 15 minuti, e poi 25 minuti a 150° (forno statico). A metà cottura ho coperto con un foglio di alluminio per evitare che la meringa scurisse troppo.
A differenza della ricetta originale ho cotto altri 15 minuti a 150 ° (forno ventilato).

La meringa che pur esce completamente asciutta dal forno tende ad ammorbidirsi a mano a mano che la torta si raffredda.

Non resta che provare ad aromatizzare la meringa con il rosmarino !!