lunedì 14 febbraio 2011

Qualcosa è cambiato





Questo blog deve il nome ad un ricordo di infanzia.

E’ un tributo a mia nonna che quando avevo sei anni aveva cucinato per me delle frittelle di pasta lievitata ricoperte di zucchero e cannella. Era un dolce povero e semplice e faceva parte delle cose che aveva preparato lei per anni per i suoi figli.
Non conosco la ricetta perché le dosi erano tutte ad occhio. Ricordo perfettamente la consistenza dell’impasto di farina, acqua e lievito di birra. Ma non ho provato neanche una volta a rifarle. Anche se indovinassi le dosi, non sarebbero mai le stesse frittelle.
Un giorno rincontrerò mia nonna e lei saprà spiegarmi bene come le aveva preparate. E so che se ne vorrò ancora lei potrà prepararmene ancora e ancora.

Quando a 19 anni sono arrivata a Milano per frequentare l'università a 800 km da casa ero una ragazzotta provinciale che in tutta la sua vita aveva passato solo una settimana fuori casa.
Nell’ora di intervallo tra le lezioni del mattino e quelle del pomeriggio ho scoperto la pausa pranzo.
Quello che a casa mia era pranzare attorno ad un tavolo con il resto della famiglia è diventato un affollarsi in piedi ad un bancone del bar mangiando in fretta e furia qualcosa di insapore.

A pranzo ed a cena non c’era nessuna casa in cui tornare.
Ero a Milano: era come essere su un altro pianeta.

Quando dopo i primi anni ho lasciato il pensionato e mi sono trasferita in un appartamento molto vicino all'università con una piccolissima cucina in cui preparare i pasti mi sono accorta che i sughi pronti non avevano nulla a che fare con il sugo di pomodoro che avevo sempre mangiato e non sapevo con che cosa condire la pasta.

A casa mia non avevo mai preparato un vero pranzo; mi capitava di assaggiare la pasta per vedere se era cotta, preparavo il caffè ed a volte qualche dolce. C'era sempre qualcuna delle mie zie che cucinava per me. Però ero stata seduta in cucina a guardare ed ad ascoltare preparare il ragù della domenica, le polpette di melanzane, la cicoria con le uova, gli gnocchi e tutto quello che poi mangiavamo.

Mi sono messa ai fornelli perché attraverso il cibo a me è sempre stato dare l'amore e forse un piatto cucinato bene significava essere ancora in famiglia dove le persone ti amano e non in una città in cui non conosci nessuno ed a nessuno importa di te.

Sono quasi passati vent’anni dal primo giorno di università. Ho due bambini che occupano la maggior parte del mio tempo.
Poiché sono una persona esigente molte delle mie speranze riguardanti la profondità dei sentimenti delle persone che ho incontrato sono andate deluse.

Ho acquistato una certa padronanza in cucina, riesco ad inventare cose nuove ma il mio obiettivo è fare bene le cose; ho imparato da piccola la bellezza delle cose fatte bene.

In queste settimane di assenza dal blog sono stata presa dalla mia passione per il lavoro a maglia e ho passato le giornate guardando e scegliendo filati bellissimi che sono finiti in Fili & Colori.
In cucina ho sperimentato molto poco: una magnifica veneziana con lievito madre, una pizza con fiocchi di patate e questa torta che vedete nelle foto.

La torta l’avevo vista da
Alex ed è stato il nostro dolce di questi fine settimana dedicati alla costruzione del sito (che è quasi pronto!). Ho apportato alcune modifiche alla ricetta, ho tolto un po’ di burro ed ho aggiunto un po’ di farina e ricotta.


Torta tenera di ricotta ed uva passa

Ingredienti per una teglia di 26 cm di diametro:

3 uova medie
180 gr. di zucchero
180 gr. di farina 00
300 gr. di ricotta vaccina
120 gr. di burro di centrifuga
120 gr. di uvetta sultanina
4 cucchiai di rum
1 bustina di baking powder (cremor tartaro + bicarbonato di sodio)

Preparazione:

Mettere l’uvetta a bagno nel rum e lasciar riposare 3 – 4 ore o tutta la notte.
Nella planetaria sbattere i tuorli d’uovo, il burro morbido e lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungere la ricotta e mescolare bene.

Con una spatola unire, alternandoli, la farina con il lievito e le chiare montate a neve. Infine aggiungere l’uvetta.

Versare il composto nella teglia imburrata ed infarinata e cuocere a 180° (forno statico) per 40 minuti.

Lasciar raffreddare, sformare e servire spolverizzata di zucchero a velo.

8 commenti:

Benedetta ha detto...

bellissimo post! Non ci conosciamo ma ti mando un grande abbraccio!

Beatrice ha detto...

Mmmm sembra buonissima.
E' la prima volta che leggo il tuo blog, ma oggi provero' a farla per i miei bimbi :).

Araba Felice ha detto...

Mi piace il tuo approccio con un mondo tanto diverso, ed essere riuscita benissimo a farlo tuo.
E mi piace tanto il pensiero per tua nonna: anche io allora spero di reincontrare la mia mamma, un giorno, e che mi faccia le sue frittelle di fiori di zucchina che venivano bene solo a lei :-)

Francesca ha detto...

Magica questa torta!!!

Lidia ha detto...

Sembra di rivederemi.......il mio spostamenteo è stato molto più ridotto, i km erano meno di 100, eppure ti assicuro che passare dalla campagna alla città ha prodotto in me più o meno lo stesso shock che racconti.......
qualcosa è cambiato è vero ma i nostri ricordi ce li porteremo per sempre....

Lo ha detto...

leggeti è sempre un viaggio sospeso tra le nuvole...quando ci regali le tue parole è sempre un volo tra terra e cielo e anche questa volta è stato così....e che dire....ogni bene di cuore per il tuo nuovo sogno tutto da filare....sei esigente e ti piace il bello...sarà qualcosa di meraviglioso.
Un abbraccio

Alessia ha detto...

Ciao, passavo di qua e non ho potuto fare a meno di lasciarti un saluto. Molto intensi i tuoi ricordi e le emozioni legate a questo passaggio dalla famiglia all'isolamento della grande città. Un'esperienza indispensabile però per diventare "grande" davvero..e anche per farti partire col blog secondo me

Zucchero & Cannella ha detto...

@ Benedetta, Beatrice, Stefania, Francesca, Zia Elle (ma come si chiama zia Elle ??? :)) ) Lo ed Alessia


Un abbraccio a tutte voi !!!